Una nuova disposizione complica gli spostamenti per i cubani che hanno utilizzato questo territorio come scalo. La misura inasprisce i requisiti di immigrazione e promette di limitare il passaggio dei migranti in transito.
I cubani che intendono viaggiare attraverso rotte alternative verso paesi terzi dovranno ora affrontare un requisito aggiuntivo. A partire dai prossimi giorni, un paese chiave nelle rotte migratorie richiederà un visto di transito per coloro che intendono solo fare scalo nel suo territorio.
Il provvedimento proviene anche da un Paese in cui negli ultimi anni sono emigrati molti cubani, che hanno formato, a un certo punto, una delle più grandi comunità di emigranti antillani del continente.
Ma questa decisione non riguarda solo i cittadini cubani. Riguarda anche persone di altre 45 nazionalità che utilizzano quel Paese come punto di transito nei loro viaggi verso l'America Centrale, il Messico o gli Stati Uniti. Le autorità affermano che l'obiettivo è rafforzare il controllo dell'immigrazione e contrastare la tratta di esseri umani.
Secondo il comunicato ufficiale, la decisione è stata presa nell'ambito di una politica di sicurezza nazionale in risposta alla minaccia della criminalità organizzata transnazionale. L'obbligo del visto si applicherà anche se il viaggiatore non intende entrare nel Paese e rimarrà nella zona internazionale dell'aeroporto.
L'Ecuador si unisce alle restrizioni sull'immigrazione
Il Ministero degli Esteri dell'Ecuador ha confermato domenica che i cubani in transito avranno bisogno di un visto aggiuntivo per attraversare il suo territorio. L'amministrazione del presidente Daniel Noboa sta cercando di inasprire le restrizioni sulle rotte utilizzate dalle reti di tratta di esseri umani, nel contesto di una crisi di sicurezza che lui stesso ha descritto come un "conflitto armato interno".
L'elenco dei paesi interessati da questa nuova disposizione comprende, oltre a Cuba, Afghanistan, Angola, Bangladesh, Camerun, Egitto, Etiopia, Filippine, Ghana, Guinea, Kenya, India, Iraq, Iran, Pakistan, Nepal, Congo, Venezuela, Vietnam, Haiti, Cina, Mali, Costa d'Avorio e Sudan, tra gli altri.
Impatto diretto sulle rotte migratorie
Sebbene l'Ecuador richiedesse già visti d'ingresso per queste nazionalità, ora estenderà tale obbligo anche ai visti di transito, ovvero a coloro che effettuano solo uno scalo senza lasciare l'aeroporto. Questa decisione complica i piani di viaggio di migliaia di persone che usano il Paese andino come ponte verso altre destinazioni.
Tale misura comporta non solo una procedura aggiuntiva, ma anche costi aggiuntivi, incertezza e potenziali ritardi per coloro che sono in transito verso paesi in cui hanno il permesso di ingresso.
Casi precedenti utilizzati come argomenti
Lo scorso gennaio, la polizia ecuadoriana ha arrestato un cittadino cubano, insieme a un venezuelano e a un cittadino ecuadoriano, per il loro presunto coinvolgimento nel trasporto di 74 chili di cocaina a sud di Quito. Questo caso è stato citato dai media ufficiali per giustificare l'espansione dei controlli sull'immigrazione.
Il Ministero degli Esteri ecuadoriano ha affermato che la decisione rientra nella "lotta contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti".
Cosa dovrebbero tenere a mente i cubani
Il visto di transito sarà obbligatorio per tutti i cittadini di Paesi che già richiedono un visto d'ingresso in Ecuador. Tra questi, anche i cubani, che per anni sono stati tenuti a presentare un visto per entrare nel Paese. Ora, anche loro avranno bisogno di un'autorizzazione aggiuntiva, anche se si trovano solo in transito.
Le autorità hanno indicato che questa disposizione potrebbe applicarsi anche ad altre nazionalità, come stabilito dalla Direzione per la mobilità umana, lasciando aperta la possibilità di futuri ampliamenti dell'elenco.
Anche la comunità residente cubana sarà colpita
Tra il 2017 e il 2021, più di mille cubani hanno ottenuto la naturalizzazione in Ecuador. Molti altri vivono ancora in una situazione irregolare o con procedure pendenti. La nuova misura potrebbe inoltre ostacolare la mobilità delle loro famiglie, così come i viaggi di ritorno da altri Paesi in aereo.
Al momento, non sono state annunciate eccezioni o misure temporanee per coloro che hanno già un biglietto emesso. Si consiglia ai viaggiatori di contattare le proprie ambasciate o consolati prima di imbarcarsi sui voli.
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